Da zero a legno

Anni '50

Maisdabòsch

Papà Franco inizia a lavorare come garzone nella bottega di un legnaiolo. Sono gli anni ’50 e a Monforte d’Alba, sulle colline delle Langhe ancora segnate dalla povertà, il falegname è un mestiere durissimo. Ci si alza all’alba, il lavoro è tutto manuale, gli ordini del padrone sono inflessibili. Sovente, si passa la notte a osservare la luna, cercando il momento giusto per abbattere gli alberi, quando le fibre del loro tronco sono più predisposte. Il falegname è il Maisdabòsch, che in piemontese significa «maestro del bosco», perché le sue competenze abbracciano tanto la lavorazione del legno quanto l’osservazione della natura, il lavoro di carpenteria e i segreti del taglio degli alberi secondo tradizioni millenarie che s’imparano solo con il lavoro di una vita.

Anni '60

La prima bottega

Franco apre la sua prima bottega nel 1959, a circa 300 metri da dove sorgerà la sede odierna di Mobili Bianco. Inizia l’avventura con moltissimo coraggio e pochissimi mezzi. Il falegname è un lavoro di territorio: taglia gli alberi dai boschi circostanti o compra il legno da segherie locali; lo stagiona a lungo sotto le piogge e il vento; viaggia per i paesi restaurando i mobili ed eseguendo lavori di verniciatura e carpenteria metallica. In breve, il suo nome diventa sinonimo di un lavoro di falegnameriasartoriale, una delle prime nel territorio delle Langhe a offrire mobili su misura.

Anni '70

Un mobile per tutti

Il boom economico spinge l’acquisto di mobili prodotti in serie, che devono però essere adattati agli spazi e alle esigenze di ciascuna famiglia. Le richieste superano la stessa capacità produttiva e Franco, per la prima volta, decide di espandersi. Nel 1972 crea la casa-bottega di Mobili Bianco, che ospita la sua famiglia e il laboratorio. Le sue vetrine su via Garibaldi, a Monforte d’Alba, diventano il punto di riferimento per l’acquisto di mobili delle migliori marche e, naturalmente, lo showroom per mostrare i lavori artigianali nati dalla sua fantasia e dalla sua esperienza.

Anni '80

In difesa della tradizione

Franco viene affiancato dal figlio Massimo, che sposa la passione del padre per il lavoro di Maisdabòsch. Nato fra i trucioli e la segatura, Massimo si occupa a pieno ritmo della produzione artigianale, imparando dal padre tecniche e lavorazioni antiche, che applica tutt’ora alla produzione di mobili moderni e contemporanei per ottenere risultati sorprendenti.

Anni '90

Il legno come servizio

A Massimo si aggiunge il fratello Michele, secondogenito di Franco. Il suo ruolo è quello di riorganizzare la parte commerciale dell’azienda, rinfrescando la sezione espositiva e ricercando nuovi fornitori e clienti. Sono anni di espansione e sperimentazione, in cui le tecniche artigianali di Mobili Bianco si mettono a servizio di opere in falegnameria che comprendono più del mobile su misura per abbracciare una vasta gamma di “servizi in legno” per l’arredamento d’interni ed esterni. Il punto vendita di via Garibaldi viene gestito da Laura, figlia di Massimo, che si occupa dell’accoglienza e dell’account dei clienti.

Anni 2000

La tecnologia delle mani

Di fronte alla specializzazione di molte falegnamerie in un settore specifico della lavorazione del legno, Mobili Bianco sceglie un approccio globale. Non solo serramenti, porte o infissi, ma studio d’interni ed esterni delle abitazioni, restauro conservativo e innovativo di vecchi mobili, parquet e arredi su misura, verniciature speciali, progettazione, installazione e finitura di elementi in legno pregiato, pezzi unici e artistici.

La consapevolezza di essere Maisdabòsch («maestri del legno») sposa le nuove tecnologie, a servizio della manualità. Mobili Bianco si dota di macchine a controllo numerico e soluzioni automatiche 4.0, garantendo ai propri manufatti una precisione industriale guidata dalle mani – e dalla testa – di artigiani esperti.